Coronavirus, Iss: "Progressivo peggioramento da 8 settimane, impatto sulle scuole valutabile a ottobre"
Sono dieci le Regioni e Provincie autonome che hanno riportato un aumento dei casi rispetto alla settimana precedente al 20 settembre, mentre sono 12 quelle con Rt sopra 1
In Italia si osserva un lento e progressivo peggioramento dell'epidemia di coronavirus da otto settimane, che si riflette in un maggiore carico sui servizi sanitari. E' quanto emerge dal monitoraggio settimanale di ministero della Salute e Iss (Istituto superiore di sanità). In tema di scuola, segnalano gli esperti, "l'impatto che l'apertura degli istituti avrà sull'andamento dell'epidemia sarà valutabile a partire dalle prossime due-tre settimane".
La situazione a scuola - Per il ministero, la riapertura delle scuole "rimane uno degli elementi da monitorare attentamente. Non è stata accertata, nella settimana del 20 settembre, una trasmissione del virus nell'ambito scolastico sebbene siano stati identificati numerosi casi sporadici in concomitanza con la riapertura delle scuole. L'elevata attenzione, a cui hanno contribuito le misure messe in campo (screening, rilevazione della temperatura giornaliera, procedure per la gestione di casi sospetti sintomatici in ambito scolastico) hanno contribuito alla rapida identificazione e diagnosi dei casi".
Aumento dei casi in dieci Regioni - Dieci Regioni e Provincie autonome hanno riportato un aumento dei casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente al 20 settembre. L'aumento non può essere attribuito unicamente a un incremento di casi importati (da stato estero e/o da altra Regione) o a un aumento nella attività di screening. La maggior parte dei casi segnalati (84,2%) continua a essere contratta sul territorio nazionale. Il 27,6% delle nuove infezioni in tutto il Paese è stato identificato tramite attività di screening, mentre il 35,8% nell'ambito di attività di contact tracing.
Rt sotto 1 a 0,95, età media a 41 anni - Nel periodo 3-16 settembre, l'Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 0,95, al di sotto di 1 nel suo valore medio per la seconda settimana consecutiva. Bisogna tuttavia interpretare, spiega l'Iss, con cautela l'indice di trasmissione nazionale in questo particolare momento dell'epidemia. Infatti Rt calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l'indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto, l'Rt nazionale deve essere sempre interpretato, tenendo anche in considerazione il dato di incidenza. Per quanto riguarda l'età, mentre nelle ultime tre settimane si era osservato un incremento di quella mediana dei casi notificati, questa settimana l'età mediana è stabile a 41 anni.
Dodici Regioni con Rt sopra 1 - Sono però dodici le Regioni con Rt sopra 1: Abruzzo, Calabria, Campania, F.V. Giulia, Liguria, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, Puglia, Sicilia, Umbria e Veneto.
Sale al 3% il tasso d'occupazione delle terapie intensive - A livello nazionale il tasso di occupazione dei posti letto in area medica è aumentato dal 4% al 5%, mentre il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva dal 2% al 3%, con valori superiori al 10% in alcune Regioni. Sebbene non siano ancora presenti segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali, la tendenza osservata potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno. Si conferma, inoltre, l'importante e crescente impegno dei servizi territoriali (Dipartimenti di Prevenzione) per far sì che i focolai presenti siano prontamente identificati ed indagati.