Inps: bonus partita Iva anche a cinque deputati | Fico: "Restituiscano tutto" | Da Zingaretti a Salvini: vergogna

Le misure anti-Covid destinate alle partite Iva sono state ottenute anche dai parlamentari con 12mila euro di stipendio netto mensile. Di Maio: si dimettano. Meloni lancia una campagna con gli hashtag

Cinque deputati hanno chiesto all'Inps il bonus da 600 euro, poi elevato a 1.000, previsto dai decreti Cura Italia e Rilancio, per sostenere il reddito di autonomi e partite Iva. La segnalazione arriva dalla direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell'Inps. Secondo il quotidiano La Repubblica si tratta di 3 deputati della Lega, uno del M5s e un altro di Italia Viva. Unanime la condanna, da Zingaretti a Salvini: "Vergogna".

Per l'Istituto di previdenza l'erogazione delle indennità non presenta irregolarità, nonostante gli oltre 12mila euro intascati dai cinque onorevoli per il loro seggio a Montecitorio anche durante il lockdown. 

A norma di legge, spiega La Repubblica, i cinque "furbetti di Montecitorio'", come il quotidiano li definisce, sono tutti i possessori di partita Iva, liberi professionisti e co.co.co. Così, come altre categorie di lavoratori autonomi, avevano dunque diritto all'indennità.

Sui social esplode la polemica. I cinque deputati hanno ritenuto che durante l'emergenza i 12.439 euro di stipendio netto guadagnati ogni mese dalla Camera non fossero sufficienti. Né i privilegi e i benefit di cui godono: dalle agevolazioni bancarie alla possibilità di viaggiare gratis, qualsiasi mezzo scelgano - treno, aereo o nave che sia - a spese del contribuente. "Troppo poco o comunque non abbastanza per i furbetti di Montecitorio", sottolinea La Repubblica.

Fico: "Chiedano scusa e restituiscano tutto" - Il presidente della Camera Roberto Fico su Facebook: "E' una vergogna che cinque parlamentari abbiano usufruito del bonus per le partite Iva. Questi deputati chiedano scusa e restituiscano quanto percepito. E' una questione di dignità e di opportunità. Perché in quanto rappresentanti del popolo, abbiamo degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici. E' necessario ricordarlo sempre".

"Oggi La Repubblica parla di 5 parlamentari, di 5 poveri furbetti che durante la pandemia hanno avuto il coraggio di avanzare richiesta allo Stato per avere il bonus di 600 euro riservato ai lavoratori autonomi e alle partite Iva in difficoltà. Evidentemente non gli bastavano i quasi 13mila euro netti di stipendio al mese, non gli bastavano tutti i benefit e privilegi di cui già godono. E' vergognoso. E' davvero indecente", scrive Luigi Di Maio su Facebook. "I nomi di queste 5 persone sono coperti dalla legge sulla privacy. Bene, siano loro allora ad avere il coraggio di uscire allo scoperto. Chiedano scusa agli italiani, restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore", aggiunge specificando che "non importa di quale forza politica" siano. 

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Vito Crimi. "Mi auguro non sia vero che tra i 5 parlamentari che hanno richiesto il bonus Inps possa esserci qualcuno del Movimento 5 stelle. Se così fosse, chiunque sia, sappia che oltre alla 'confessione' e' meglio che presenti anche le dimissioni da parlamentare. Per me è già fuori dal Movimento". 


Da Zingaretti a Salvini, condanna unanime - "Posso dire che è una vera vergogna?". E' questo il commento, postato su Facebook dal segretario Pd Nicola Zingaretti, alla notizia dell'erogazione da parte dell'Inps del bonus da 600 euro anche a cinque deputati. Unanime è lo sdegno politico. 

"Che un parlamentare chieda i 600 euro destinati alle partite Iva in difficoltà è una vergogna. Che un decreto del governo lo permetta è una vergogna. Che l'Inps (che non ha ancora pagato la cassa integrazione a migliaia di lavoratori) abbia dato quei soldi è una vergogna. In qualunque Paese al mondo tutti costoro si dimetterebbero". Così il leader della Lega Matteo Salvini a proposito della vicenda.

"L'Italia e gli italiani stanno vivendo una crisi economica gravissima, le aziende rischiano di chiudere, per salvare il Paese stiamo facendo debiti che pagheranno i nostri figli e i nostri nipoti e 5 deputati hanno avuto il coraggio di richiedere il bonus destinato alle partite Iva. Siamo davvero arrivati ai limiti dell'indecenza. Abbiano un sussulto di dignità, restituiscano quanto ricevuto e vengano allo scoperto consentendo così agli italiani di giudicarli per quello che sono. Oltre il caso specifico è ora ancora più evidente che questo sistema di bonus pensato dal governo è sbagliato perché permette di richiedere e ricevere un sussidio anche a chi non ne ha assolutamente necessità". Lo scrive su Facebook Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia. Si unisce al coro di critiche anche la vicepresidente di Fi al Senato, Lucia Ronzulli: "Se confermato che cinque parlamentari hanno chiesto il bonus per le partite Iva in difficoltà, questo sarebbe semplicemente uno scandalo. E' inaccettabile che mentre le famiglie non sapevano come fare la spesa e molte attività chiudevano, qualcuno, con lo stipendio garantito, senza avere accusato perdite, abbia pensato di approfittarsi dell'emergenza Covid togliendo soldi a chi ne aveva realmente diritto e, soprattutto, bisogno. Ci aspettiamo un sussulto di dignità: i deputati di cui parla l'Inps chiedano scusa e, se li hanno presi, restituiscano immediatamente i soldi. Diversamente non si lamentino se i cittadini hanno sempre meno fiducia nella politica e si ingrossano le fila dell'astensione e dei voti di protesta".

Meloni: "Deputati innocenti si escludano con l'hashtag" La leader di Fratelli d'Italia lancia una campagna per scoprire chi siano i "cinque parlamentari hanno fatto domanda per il bonus 600 euro per le partite Iva". "Che squallore! Gli italiani sono in ginocchio e qualcuno nel Palazzo si preoccupa solo di arraffare sempre di più. Ma questo scandalo mette in evidenza anche una vergogna che Fratelli d'Italia ha più volte denunciato: il governo, incredibilmente, non ha previsto alcun tetto di fatturato e di reddito per il bonus partite Iva, con il risultato che ne ha diritto pure chi fattura milioni o ha altre importanti fonti di reddito, come i parlamentari. Una brutta storia di deputati avidi e governo incompetente sulla quale pretendiamo massima chiarezza. Intanto, visto che l'Inps non fa i nomi per questione di privacy, invito ogni parlamentare a dichiarare con l'hashtag 'Bonus Inps io no!' sui social. In modo che i nomi emergano lo stesso, per esclusione", ha affermato Giorgia Meloni in una nota.