TikTok, una sede fuori dalla Cina per prendere le distanze dal governo di Pechino
La notizia arriva dal Wall Street Journal. La decisione dopo le accuse di utilizzare i dati raccolti per spiare i cittadini
TikTok corre ai ripari. Il social network sta valutando modifiche alla struttura societaria per prendere le distanze dal governo di Pechino. A rivelarlo è il Wall Street Journal, citando fonti interne all'azienda. La ByteDance, società che controlla l'app, starebbe pensando di stabilire una nuova sede al di fuori della Cina. Nelle scorse settimane la società era stata investita dalle accuse di condividere i dati degli utenti con la Repubblica Popolare.
India: "Minacce alla sicurezza" - Il primo governo a sollevarsi contro TikTok è stato quello indiano. Già dalla fine di giugno l'app cinese è stata oscurata insieme ad altre 58, tra cui il popolare sistema di messaggistica WeChat. Nel comunicato diffuso dal governo di Nuova Delhi si legge che la Cina "è impegnata in azioni che minacciano la sovranità e l'integrità dell'India, la sua difesa e la sicurezza".
Anonymous: "Malware cinese" - A fare eco alla decisione del governo indiano è arrivata Anonymous. Il gruppo di cyber hacktivisti ha lanciato tramite i loro canali social un messaggio che invitava a cancellare TikTok, accusata di essere "un malware cinese utilizzato per la sorveglianza di massa". Le prove a sostegno dell'accusa sono rimaste incerte: già nei mesi scorsi alcuni utenti avevano segnalato la capacità dell'app di scaricare dati personali, ma la società aveva reso noto di utilizzarsi solo per motivi funzionali e anti-spam.
Usa: "Dati in mano alla Cina" - "La questione è stata presa molto sul serio", ha dichiarato il segretario di Stato Mike Pompeo, in riferimento alle accuse di passare dati personali al governo cinese . "Valuteremo se vietare o meno l'app negli Stati Uniti".
I social fuori da Hong Kong - Mentre alcuni Paesi del mondo minacciano di oscurare TikTok, è stata proprio l'app cinese a dichiarare di voler abbandonare Hong Kong a causa della stretta di Pechino. La piattaforma diventa il primo social network a ritirarsi dalla regione, dopo che Facebook, Google e Twitter avevano già bloccato le richieste del governo cinese di avere informazioni sugli utenti considerati minacciosi per la sicurezza nazionale