Carabiniere licenziato per i tatuaggi troppo vistosi sulle braccia, il Tar di Bologna annulla la sanzione
I giudici riconoscono l'inopportunità per un militare di avere sul corpo incisioni "eccessive" ma chiariscono: rimuoverlo è troppo
Un carabiniere di Bologna era stato licenziato a marzo per i "tatuaggi particolarmente vistosi" sugli avambracci in seguito a un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Con l'appoggio del Nuovo sindacato carabinieri il militare, 42 anni, originario di Bari, aveva fatto ricorso al Tar, che gli ha dato ragione annullando la sanzione imposta.
Punizione eccessiva - Pur riconoscendo che avere grandi tatuaggi sulle braccia è sconsigliato per un carabiniere e può costituire un illecito sul piano disciplinare, il Tribunale amministrativo di Bologna ha infatti chiarito che la cessazione del rapporto è una punizione eccessiva.
Questione di uniforme - Il tribunale ha quindi annullato la sanzione inflitta all'appuntato scelto precisando che non ci sono gli estremi per il venir meno del rapporto fiduciario con l'Amministrazione, bensì i presupposti per una sanzione più mite. Il Tar ha infatti ammesso che l'incisione di tatuaggi "deturpanti della persone e indice di personalità abnorme" può sicuramente costituire un illecito disciplinare, in quanto in contrasto con il regolamento sulle uniformi.
Possibilità "alternative" - La sentenza del Tar sottolinea che va piuttosto tenuta in considerazione la possibilità di impiegare il militare in unità operative dove non è imposta l'uniforme a maniche corte e il fatto che egli possa rimuovere volontariamente i tatuaggi, definiti dai giudici "obiettivamente deturpanti della persona". Inoltre gli avvocati che difendono il militare precisano che la gravità della condotta è quanto meno attenuata da atti emenati dall'Arma, dove si dice che l'applicazione di tatuaggi non è vietata, ma sconsigliata".