Coronavirus, i contagi risalgono: +518 in 24 ore | Più del 77% dei casi sono in Lombardia

I numeri si spiegano con un aumento dei tamponi eseguiti, passati da 3.410 di mercoledì a 19.389. Un positivo è stato scoperto in Campidoglio. Intanto dal 15 giugno la Svizzera riapre i confini mentre in Veneto gli studenti delle scuole professionali rientrano in classe

IPA

Tornano a salire i contagiati dal coronavirus in Italia: dai 177 nuovi casi di giovedì si è passati ai 518 di venerdì, con un incremento in 24 ore del 192% dovuto ancora una volta ai numeri della Lombardia, che fa registrare 402 casi per una percentuale che è il 77,6% del totale italiano. Un aumento che è strettamente collegato all'incremento dei tamponi eseguiti, passati dai 3.410 di mercoledì ai 19.389 di giovedì.

In attesa che l'analisi sul monitoraggio dell'andamento della curva epidemica in tutta Italia, quella relativa alla settimana dal 25 al 31 maggio, dia un quadro ancora più chiaro degli effetti delle riaperture, il dato che emerge è che per ritrovare oltre 500 nuovi contagi bisogna tornare indietro di una settimana, al 29 maggio. E che ci sono due, se non tre Italie. La prima è rappresentata dalla Lombardia, con il suo 77,6% dei casi totali e una percentuale di positivi trovati sui tamponi eseguiti (esclusi quelli di controllo) che è di un punto sopra la media nazionale (2,8% a fronte di 1,8%). Non solo: i numeri confermano anche che più tamponi si fanno e più contagiati si trovano, a conferma che nella regione più colpita dalla pandemia il virus resta ancora molto presente.

Stazioni affollate e autostrade piene, l'Italia si rimette in moto

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Poi c'è il Nord Ovest, con la stessa Lombardia, il Piemonte (+49 casi) e la Liguria (+14) che hanno l'89,7% dei nuovi casi; infine il resto d'Italia, con solo un'altra regione a doppia cifra (l'Emilia Romagna, con 17 nuovi contagiati) e la provincia autonoma di Trento e cinque regioni - Campania, Umbria, Valle d'Aosta, Molise e Basilicata - a zero contagi. Proprio la Basilicata, che è al nono giorno consecutivo senza nuovi casi, è la prima regione in Italia a non avere più pazienti ricoverati negli ospedali per il coronavirus: a zero è sia la casella dei ricoverati con sintomi sia quella delle terapie intensive, mentre sono 18 le persone in isolamento domiciliare. Nel Lazio resta bassa l'incidenza, con 9 nuovi casi.

Scuola, in un liceo di Bergamo già collocati i divisori in plexiglass nelle aule

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Le scuole di Bergamo - città fulcro dell'epidemia di coronavirus - si preparano al rientro a settembre, con le nuove regole del distanziamento. Tra queste il liceo artistico "Giacomo e Pio Manzù", dove sono stati collocati dei divisori in plexiglass attorno a ciascun banco. "Siamo pronti per gli esami e per il rientro a settembre", è il commento del preside Cesare Botti.

Ma un positivo è stato scovato in Campidoglio, grazie al test sierologico a cui sono sottoposti i dipendenti capitolini. Per questo è stata disposta per sabato la chiusura e sanificazione degli uffici di Palazzo Senatorio. I malati sono comunque in calo in tutta Italia e i guariti hanno raggiunto i 163.781, 1.886 in più in 24 ore. Gli attualmente positivi sono invece 36.976, con un calo rispetto a giovedì di 1.453 pazienti; in terapia intensiva ci sono 316 pazienti, 22 in meno, e i ricoveri negli altri reparti si fermano a 5.301, con un calo di 202 rispetto a giovedì.

Resta invece, e purtroppo, ancora stabile l'incremento giornaliero delle vittime che sono arrivate complessivamente a 33.774: anche venerdì ne sono state registrate 85 in più (giovedì erano 88) e una su quattro è in Lombardia (21) mentre ci sono 9 regioni senza morti: Trentino Alto Adige, Sicilia, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Valle d'Aosta, Calabria, Molise e Basilicata.

Intanto però prosegue il tentativo di tornare alla normalità. In Veneto le classi terze e quarte delle scuole professionali rientrano in classe per un'intera settimana per preparare al meglio gli esami di qualifica e l'esame per il diploma, mentre dal 15 giugno la Svizzera riapre i confini verso l'Italia e tutti gli Stati Ue. In un primo momento la libera circolazione era prevista solo verso l'Austria, la Germania e la Francia. Il Consiglio federale svizzero giustifica questo provvedimento con il buon andamento epidemiologico.