Coronavirus, Copasir: "Fake news virali contro l'Italia" | Onu: "Impennata di teorie del complotto e xenofobia"
Secondo il presidente dell'organo di vigilanza, la pandemia "rappresenta il palcoscenico perfetto che alcuni regimi autocratici aspettavano per mostrare una maggiore efficienza rispetto alle democrazie occidentali"
L'epidemia "è stata al centro di una diffusa attività di disinformazione online, nella quale si sono inseriti attori statuali, attori strutturati, che intendono manipolare il dibattito politico, influenzare gli equilibri geopolitici internazionali, incitare al sovvertimento dell'ordine sociale e destabilizzare l'opinione pubblica in merito alla diffusione del contagio e alle misure di prevenzione e cura". Lo afferma il presidente Copasir Raffaele Volpi.
Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica esprime "preoccupazione sull'utilizzo di tecniche per rendere virali le notizie: profili fake, rilancio di post facebook, siti esteri che diffondono in modo coordinato su numerose piattaforme e account notizie fuorvianti". Secondo Volpi, il coronavirus "rappresenta il palcoscenico perfetto che alcuni regimi autocratici aspettavano per mostrare una supposta e non provata maggiore efficienza e capacità, rispetto alle democrazie occidentali".
Preoccupato anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che sottolinea: "La pandemia del Covid-19 non è soltanto un'emergenza sanitaria globale. Nelle ultime settimane c'è stata un'impennata delle teorie del complotto e dei sentimenti xenofobi. In alcuni casi sono stati presi di mira giornalisti, operatori sanitari o difensori dei diritti umani solo per aver fatto il loro lavoro".
Intervistato dai media vaticani, Guterres invita "le istituzioni educative a concentrarsi sull'alfabetismo digitale" ed "esorta i media a fare molto di più per segnalare ed eliminare contenuti razzisti, misogini o altrimenti dannosi, in linea con le leggi internazionali sui diritti umani".
Per quanto riguarda la diffusione di false notizie, che alimentano la paura, il segretario dell'Onu osserva che "la gente nel mondo vuole sapere che cosa fare e dove rivolgersi per avere consiglio. Invece è costretta a gestire una epidemia di disinformazione che, se va male, può mettere in pericolo delle vite. Rendo onore ai giornalisti e a coloro che controllano le informazioni nella montagna di storie e post fuorvianti pubblicati nei social media.