Decreto Rilancio, 4 milioni per sviluppare videogiochi: ecco come funziona
Un fondo per la realizzazione di prototipi che si trasformeranno nei videogiochi di domani. Il Direttore Generale di IIDEA Thalita Malagò ne illustra il funzionamento
Quattro milioni di euro destinati dal Ministero dello Sviluppo Economico alla realizzazione di prototipi che diventeranno i videogiochi italiani di domani: è questo l'obiettivo del First Playable Fund, il nuovo fondo incluso all'interno del Dl Rilancio approvato dal Consiglio dei Ministri, che incentiverà le imprese italiane a realizzare nuovi videogame tramite finanziamenti a fondo perduto. Tgcom24 e Mastergame hanno raggiunto Thalita Malagò, Direttore Generale di IIDEA, per approfondire questo primo, importante passo per la crescita del mercato videoludico in Italia.
"First Playable Fund è una misura che ha una dotazione finanziaria di 4 milioni di euro per il 2020 e prevede la possibilità di dare dei contributi a fondo perduto per la realizzazione di prototipi di videogiochi", esordisce Malagò. "La misura può andare da 10mila euro a 200mila euro per progetto e coprirà fino al 50% dei costi ammissibili". Tali fondi dovranno essere utilizzati per le fasi di concezione, design e pre-produzione: tutto ciò che è necessario per mettere in piedi un prototipo funzionante.
"Il prototipo del videogioco in sostanza è la prima versione giocabile di un progetto, ed è di solito quello strumento attraverso il quale gli sviluppatori presentano le proprie idee agli investitori, come ad esempio gli editori internazionali, per poterli commercializzare e dare inizio delle collaborazioni che porteranno il prodotto sul mercato", prosegue il Direttore Generale di IIDEA, l'Associazione di categoria dell'industria dei videogiochi. "L'importanza di questa misura deriva dal fatto che le imprese italiane che producono videogiochi di solito si autofinanziano. Gli unici finanziamenti a cui accedere sono quelli degli editori internazionali, ma per quello serve prima presentare un progetto. Ciò ci dà l'opportunità di intervenire in una fase preliminare che ha visto le aziende italiane investire di tasca propria, spesso con grandi difficoltà".
PUNTARE SUL FUTURO - "Ci auguriamo che questa misura possa servire a mettere queste imprese in una posizione più forte nello scenario competitivo internazionale", prosegue Malagò. "Il mercato dei videogiochi sta avendo una grande espansione a livello internazionale, tuttavia il ruolo dei produttori italiani è ancora molto limitato. Con questa misura, speriamo di rendere più competitive le nostre aziende e di ridurre il gap tra l'Italia e gli altri paesi (europei e non) che già da tempo sono intervenuti in questo settore".
Thalita Malagò confida di aver provato insieme al gruppo IIDEA a ottenere dal governo una cifra superiore da mettere a disposizione nel First Playable Fund, ma confida che la situazione possa migliorare già dal 2021. " La richiesta che avevamo formulato era più elevata, ma riteniamo che lo sforzo fatto dal governo sia apprezzabile e ragionevole, considerando le dimensioni attuali dell'industria dei videogiochi", svela il Direttore Generale. "Speriamo ovviamente che questo fondo possa essere incrementato anche in seguito a una potenziale espansione dell'industria, perché è ovvio che fondi del genere possano andar bene a un'industria in fase di start-up ma che siano riduttivi in una fase successiva. Il nostro impegno sarà quello di cercare di ottenere un aumento".
UN SETTORE IN CRESCITA - "Da anni stiamo lavorando per cercare di far capire l'importanza strategica di investire in questo settore, anche per le giovani generazioni e per le potenzialità che ha a livello di sviluppo", prosegue Malagò. "Ci fa piacere che questa misura arrivi dal Ministero dello Sviluppo Economico, perché evidentemente si sta iniziando ad aprire una breccia sull'importanza di investire anche su nuovi settori. L'Italia è indietro, ma ha grandi potenzialità".
4 milioni di euro potrebbero sembrare una grossa cifra, ma creare un videogioco al giorno d'oggi è un processo particolarmente dispendioso in termini di risorse. Quanti sono i progetti che possono essere realizzati con una simile somma? "Dipenderà molto dalle domande che verranno presentate, ma facendo un confronto con la Francia, che ogni anno dispone di un fondo analogo, vengono finanziati più o meno quaranta progetti all'anno", prosegue Malagò. "Non sono per niente pochi, considerando le dimensioni attuali del settore in Italia. Siamo in una fase di sviluppo abbastanza iniziale, dunque è possibile che ne vengano finanziati di più perché il valore dei singoli progetti è leggermente inferiore, però ci auguriamo che vengano finanziate idee con grossi tagli per poter pensare di fare la differenza sul mercato".
L'APPORTO DI IIDEA - "Cerchermo di fare del nostro meglio per indirizzare quantomeno la valutazione nei termini più corretti da un punto di vista di mercato", commenta Thalita Malagò parlando del coinvolgimento di IIDEA nella valutazione dei singoli progetti, una volta che il First Playable Fund diventerà effettivamente realtà. "Speriamo che questa misura sia attuata al più presto, perché adesso bisogna lavorare al decreto attuativo e penso che questo sarà già un bel lavoro per noi".
Il Direttore Generale sottolinea come per l'Associazione si avvicini un momento intenso, durante il quale bisognerà impegnarsi a fondo per far sì che le procedure non siano farraginose. "Cercheremo di fare la nostra parte per fare in modo che il decreto venga approvato il prima possibile e soprattutto che le procedure previste siano il più possibile semplificate e agili", commenta Malagò. "Bisogna cercare di agevolare le imprese da un punto di vista burocratico e procedurale. Dopodiché, ci aspettiamo che da questo fondo possa essere una bella linfa per il settore in Italia e dare la possibilità a team di piccole e medie dimensioni di lavorare a prototipi che possano essere presentati sul mercato, sia per ottenere dei finanziamenti da parte di editori internazionali che per il self-publishing".
"L'Italia è uno dei pochi paesi in Europa che non ha mai avuto nessun tipo di sostegno per l'industria locale dei videogiochi", prosegue Malagò, che spera di invertire il trend dopo l'arrivo del First Playable Fun: "Speriamo di colmare la distanza che c'è tra noi e altri paesi europei, di avere società italiane di videogiochi quotate in borsa capaci di avere un impatto internazionale importante in questo mercato".