Coronavirus, in Italia nuovi positivi sotto quota mille | Fase 2: da lunedì riaprono bar e negozi, le palestre il 25 maggio
Le nuove linee guida sono state inviate alle Regioni. Il ministro Boccia: "Serve cautela". Il premier Conte: "Un decreto sbloccherà la ripartenza. Ma non saranno ancora permessi gli spostamenti tra regioni"
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Le linee guida del governo per la Fase 2 sono pronte e sono state inviate ufficialmente alle Regioni: dal 18 maggio, seguendo le regole degli esperti del Comitato tecnico scientifico, potranno far ripartire le attività valutando autonomamente quali riaprire subito e quali invece devono ancora attendere, come i centri sportivi e le palestre per i quali si ipotizza il 25. Intanto il bollettino del 13 maggio della Protezione civile indica un leggero aumento dell'incremento delle vittime (+195 in 24 ore) ma per la prima volta dall'inizio dell'emergenza il totale dei dimessi e dei guariti (112.541) supera il 50% dei casi totali, che sono 222.104. In calo anche il numero dei nuovi positivi: non toccano quota mille (888).
Solo in Molise c'è stato un aumento dei casi Non solo: tutta l'Italia, con l'eccezione del Molise, fa segnare una diminuzione del totale degli attualmente positivi, con il calo più marcato in Piemonte (-639), Lombardia (-643) ed Emilia Romagna (-299), vale a dire le tre regioni più colpite dal virus. Se i dati resteranno questi, si procederà dunque con le aperture differenziate.
Boccia: "Massima cautela" Per quanto riguarda la Fase 2, "si tratta di indicazioni che il governo dà per una tutela rigorosa ed esclusiva sul lavoro". Lo ha detto il ministro delle Autonomie Francesco Boccia in Parlamento ribadendo però la necessità di muoversi con la massima cautela: l'Italia "è un malato in condizioni migliori di prima. Ma è pur sempre un malato, che non può permettersi ricadute".
Il 18 maggio primo step Lunedì ci sarà dunque il primo banco di prova per il secondo step della Fase 2, anche se le difficoltà già si intravedono: i documenti tecnici riguardanti negozi, bar, ristoranti, spiagge, estetisti e parrucchieri fissano paletti molto stringenti. Questi ultimi, ad esempio, potranno essere aperti anche domenica e lunedì, dovranno allestire degli spazi all'aperto per far attendere i clienti e distanziare le postazioni di due metri. Non sarà possibile neanche leggere una rivista e lo shampoo sarà obbligatorio, così come mascherine, guanti e visiere per i lavoratori e mascherine per i clienti.
Le reazioni: norme inapplicabili Tutte norme che, come quelle per bar e ristoranti, hanno già suscitato le reazioni delle associazioni di categoria che le hanno bollato come "irricevibili" e "del tutto inapplicabili". Molti hanno già detto che a queste condizioni non potranno riaprire, perché soprattutto per chi ha locali piccoli sarà impossibile far rispettare il distanziamento sociale senza andare in perdita. Boccia ha ribadito però che proprio quelle regole sono l'unica alternativa al lockdown. "Dobbiamo abituarci all'idea che nella seconda fase, ripartendo il lavoro, il rischio" di nuovi contagi si sposterà "nei luoghi di lavoro. E noi dobbiamo evitarlo con tutte le forze".
Centri sportivi e palestre Sui centri sportivi e le palestre è intervenuto Vincenzo Spadafora. "Le riapriremo massimo entro il 25 maggio, se possibile anche prima. Deve partire tutto lo sport di base, devono riaprire tutti quei centri che sono una grande risorsa nelle città italiane", ha annunciato il ministro dello Sport sottolineando che il governo è pronto a trovare risorse per tutte quelle realtà che potrebbero avere problemi ad attuare il protocollo di sicurezza. Perché anche in questo caso si tratta di indicazioni molto complesse tanto che l'Unione Italiana Sport (Uisp) ribadisce che proprio sul tema della sicurezza "continuano a mancare la chiarezza necessaria per subordinare i relativi comportamenti dei vari soggetti sportivi alla riapertura".
Addio all'autocertificazione L'altro cambiamento in arrivo da lunedì è l'addio più che probabile all'autocertificazione, poiché con le riaperture di buona parte delle attività non sarà più necessario giustificare gli spostamenti. Il modello resterà invece per i movimenti da una regione e l'altra, che saranno possibili solo per motivi di necessità, lavoro e salute.
Prima di giugno nessuno spostamento tra regioni Prima di giugno, hanno ribadito sia Boccia sia il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, non ci sarà mobilità tra le regioni: "La valutazione sarà fatta a partire dal 18 maggio ed entro fine maggio ci consentirà di fare delle valutazioni definitive", ha dichiarato il ministro. Quello che è già chiaro è che "sarà più facile garantire una relazione tra regioni a basso rischio" mentre "sarà molto più complicato consentire il passaggio di cittadini da una regione a basso rischio ad una ad alto rischio". Significa che quando si darà il via agli spostamenti, non vorrà dire che si potrà andare in tutta Italia. E vorrà dire che potrebbero esserci aree del Paese dove gli spostamenti saranno vietati e altre dove invece si circolerà liberamente. Ed è questo il prossimo terreno di confronto e scontro con le Regioni.
Conte: Fase 2 sarà regolata da un decreto e non da un Dpcm In serata il premier Conte dopo il Cdm che ha approvato il decreto Rilancio ha affermato che sarà un decreto e non più un Dpcm a regolare il nuovo allentamento del lockdown che avrà inizio il 18 maggio. "Proporrò ai ministri di adottare un decreto legge, sarebbe la soluzione migliore per coinvolgere il Parlamento. Siamo usciti dalla fase più acuta, ora possiamo anche adottare lo strumento del decreto legge",ha spiegato il capo del governo. Per il premier da lunedì si aprirà "una ripartenza pressoché completa", anche se uno stop resta. Per ora, annuncia, i trasferimenti tra le regioni "restano congelati", perché troppi spostamenti "potrebbero condizionare la curva epidemiologica".
Dagli Usa il monito: cyber attacco dalla Cina per il vaccinoL'Fbi e il dipartimento della Homeland security hanno emesso un "public service announcement", ossia un annuncio nell'interesse pubblico, ammonendo che la Cina lancerà probabilmente un cyber attacco per rubare dati legati alle cure e ai vaccini contro il coronavirus a istituzioni di ricerca e società farmaceutiche Usa, definendolo una "significativa minaccia". La nota non fornisce alcuna evidenza del coinvolgimento di Pechino nella possibile operazione.