La Fase 2 sarà senza centri estivi e oratori: un'altra porta in faccia ai bambini

Sui più piccoli a casa fino a settembre con i genitori pronti a tornare a lavoro, è braccio di ferro tra il  presidente del Consiglio superiore di Sanità Locatelli e ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti nel dopo emergenza coronavirus

IPA

Se da un lato per la Fase 2 governo e tecnici lavorano per far ripartire il mondo dell'occupazione e dell'imprenditoria - una ripresa da cui dipende la tenuta dell'economia - dall'altro si pensa a misure a sostegno delle famiglie che avranno ancora, almeno fino a settembre, i figli a casa. E anche su questo la scienza non usa mezze misure. L'apertura di centro estivi e oratori? "Scordiamoceli, come si fa a garantire il distanziamento dei bambini?", si chiede il  presidente del Consiglio superiore di Sanità Locatelli. Stop che non viene digerito dalla ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. "Li organizziamo in modo sicuro", promette.

"I genitori devono tornare a lavorare. Oratori e campi estivi non ce li scordiamo. Li organizziamo in modo sicuro per la salute di tutti. Del resto questa è la responsabilità della politica". Questa la promessa via Facebook della ministra Bonetti, dopo il no secco degli esperti. 

"Come si fa a garantire il distanziamento dei bambini nel campo estivo? - si chiede, infatti, Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico scientifico chiamato dal governo a gestire l'emergenza coronavirus. - L'accesso ai parchi è una cosa più che considerabile beninteso che deve essere un accesso contingentato per evitare che si creino le aggregazioni".

 "C'è attenzione e ci sarà una parte del prossimo decreto espressamente dedicata ai bambini: l'orientamento, posso anticiparlo, è di un ritorno a una forma di normalita'", aveva detto in un'intervista ad Avvenire Locatelli. "La scelta di non riaprire le scuole per esempio, di cui io sono stato primo e convinto assertore, - ha ricordato - è stata molto meditata e infine presa sulla base di modelli statistici precisi, che ci indicavano come ciò potesse incrementare l'indice di contagiosità.

"E' chiaro - continuava ad anticipare - che un conto sarà consentire loro di uscire, un conto è progettare centri estivi o un ritorno negli oratori nei mesi caldi. Non bisogna fare confusione: assembramento e aggregazione non potranno essere in nessun caso consentiti".

E a settembre? "Abbiamo tempo. Da qui a settembre contiamo che quell'indice di contagiosità scenda ulteriormente fino a toccare lo zero: se pensiamo che siamo partiti a fine febbraio dal 3,8 (una persona ne contagiava 3,8, ndr) e ora siamo sullo 0,8 ci sono buone speranze di arrivare a quel traguardo. Nel frattempo bisogna ripensare gli spazi e i modi della scuola".