Coronavirus, in Italia calano i pazienti in terapia intensiva | Oltre 20mila i guariti, ma i nuovi decessi sono 681
Tra le vittime anche un agente della scorta del premier Conte. Nuova stretta in Lombardia: si potrà girare solo indossando la mascherina
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Gli ospedali ora possono respirare. Il dato più confortante nel nuovo bollettino della Protezione civile sull'emergenza coronavirus è il calo dei posti in terapia intensiva: -74 nelle ultime 24 ore. Ma il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il Commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri, avvertono: "La battaglia non è affatto vinta". Anche per questo, dopo un'ordinanza della Regione, ora in Lombardia si potrà girare solo indossando la mascherina.
I nuovi dati parlano di un andamento costante. Sono 88.274 le persone positive, con un incremento rispetto a venerdì di 2.886 (+3,38%). Relativamente stabili anche i dati sui guariti, 20.996 con un aumento di 1.238 (+6,27%). E ancora una volta è pesante il prezzo pagato per le vittime, che raggiunge i 15.362 i morti con i 681 nuovi decessi (+4,64%). Tra questi, quello del poliziotto della scorta del premier Giuseppe Conte, il sostituto commissario della polizia di stato Giorgio Guastamacchia, morto a 52 anni dopo aver contratto la malattia qualche settimana fa.
"Se guardiamo ai numeri, dal 27 marzo a oggi in nove giorni si è passati da più di 120 accessi nelle terapie intensive ad un saldo negativo di 74 malati (-1,82%), che non sono più oggi in questo reparto rispetto a ieri. Anche il numero di deceduti si è ridotto. Ma non abbiamo superato la fase critica. Il pericolo non è scampato", spiega Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità.
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La "battaglia non è ancora vinta", ribadisce Arcuri, Commissario per l'emergenza. Ma una cifra per cominciare ad intravedere in futuro un allentamento delle misure c'è: "Il valore R con 1 è stato raggiunto, ma vogliamo andare oltre e ridurre ancora e portarlo sotto 1", ovvero al di sotto dell'indice di un nuovo contagiato per ogni persona malata.
Un abbassamento del parametro che si spera di centrare nonostante il numero costante di 'furbetti': dall'11 marzo, data d'inizio delle prescrizioni, i denunciati che le hanno violate sono stati oltre 173mila e 384 quelli evasi dalla quarantena negli ultimi nove giorni. Da questo punto di vista, al coro di esortazioni stavolta si è aggiunto anche il Commissario Arcuri: "Alcune immagini diffuse sui social, dalle quali sembra ci sia stato un allentamento nel rigore dei comportamenti, non vanno prese ad esempio anzi vanno deplorate - dice -. Dobbiamo fare di più affinché i sacrifici non vengano dispersi o vanificati".