Coronavirus, ricercatori israeliani: "Siamo vicini alla creazione del vaccino"
L'annuncio del Galilee Reasearch Istitute: "Lavoriamo partendo da un medicinale contro alcune malattie che colpiscono il pollame"
Mentre l'emergenza coronavirus continua ad allargarsi nel mondo, da Israele arriva la notizia di un passo avanti nella ricerca di un vaccino. Ad annunciarlo sono stati gli studiosi del Galilee Reasearch Istitute (Migal), che hanno parlato di "risultati scientifici che potrebbero portare alla creazione in tempi rapidi di un vaccino contro il coronavirus". Nei giorni scorsi nel Regno Unito il primo ministro Boris Johnson aveva annunciato un investimento da 46 milioni di sterline da impiegare nella ricerca.
Gli studiosi israeliani, scrive La Stampa. starebbero lavorando a un prodotto "figlio" di un vaccino già sviluppato contro un coronavirus che colpisce il pollame. Il meccanismo di infezione usato dai due virus sarebbe lo stesso, e proprio questa scoperta - spiegano dall'Istituto - "aumenta la probabilità di ottenere un vaccino umano in breve tempo". Dopo le modifiche genetiche necessarie per adattarlo al Covid-19, i ricercatori sarebbero ora in attesa delle approvazioni di sicurezza per poter eseguire test in vivo e avviare la produzione.
Secondo il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, il vaccino costerà 900 milioni di dollari dall'inizio degli studi in laboratorio al momento in cui la formulazione sarà pronta all'utilizzo. Per l'Oms sono in tutto 20 i prototipi allo studio. Quanto ai tempi, "mediamente sono necessari 1-2 anni per arrivare alla fase finale di sviluppo di un vaccino, ma molto dipende dal momento in cui è disponibile la sequenza virale. Nel caso del SarsCov2 - afferma il presidente di Farmindustria - la sequenza del virus è stata subito resa disponibile dalla Cina e, dopo, il nuovo virus è stato anche isolato e sequenziato in Italia, con un'aggiunta di informazioni e conoscenze".
Ciò significa, sottolinea, "che si è iniziato a lavorare ad un vaccino molto presto ed ora si è già molto avanti, tanto che alcuni prototipi potrebbero arrivare alla fase dei test clinici sull'uomo entro pochi mesi". E' però chiaro, precisa, che i "successivi tempi di produzione su larga scala saranno più lunghi ed implicheranno ulteriori costi".