Usa: arrestato l'hacker che violò i server di Nintendo, accusato anche di pedopornografia
Il 21enne Ryan Hernandez ha ammesso la sua doppia colpevolezza per violazione dei server della casa giapponese e possesso di materiale pornografico infantile
Arrivata a un epilogo la vicenda di Ryan Hernandez, l'hacker californiano che dopo essersi introdotto nei server di Nintendo e aver divulgato materiale confidenziale sull'azienda giapponese, è stato arrestato dall'FBI per possesso di materiale pedopornografico, durante un blitz che ha svelato scheletri ben più pesanti nel suo armadio.
Il 21enne si era già dichiarato colpevole la scorsa settimana in merito alle accuse legate al furto di "file Nintendo confidenziali relativi alle sue console e ai suoi giochi" avvenuto nel 2016. Tuttavia, sembrava non trattarsi del crimine maggiore a opera di Hernandez, dato che l'FBI lo aveva trovato in possesso di "oltre un migliaio di video e immagini di minori coinvolti in comportamenti sessualmente espliciti".
Hernandez era stato già arrestato nel 2017, dopo che lui e un suo amico erano riusciti a violare i server Nintendo grazie al furto delle credenziali di un suo dipendente, scaricando informazioni che comprendevano le pre-release sull'attesa console Nintendo Switch, trapelata al pubblico prima del lancio ufficiale. Gli agenti federali si erano dunque presentati a casa del giovane, il quale davanti a entrambi i genitori aveva promesso di interrompere qualsiasi attività illegale, confermando di aver compreso le conseguenze di qualsiasi futura azione di hacking.
Un anno dopo però Hernandez ci aveva riprovato, arrivando a vantarsene persino sui social, gesto che aveva fatto irrompere nuovamente l'FBI a casa sua. Durante la perquisizione erano dunque emerse anche le directory contenenti materiale pedopornografico etichettate dall'hacker come "Bad Stuff" (roba sporca).
Hernandez si è dunque dichiarato colpevole di entrambi i crimini e l'entità della pena sarà sancita dal giudice che ha in carico il suo caso, che potrebbe condannarlo dai 3 ai 25 anni di detenzione. Intanto l'hacker ha già provveduto a pagare i danni causati a Nintendo per oltre 259mila dollari, che non servirà tuttavia a cancellare dalla sua fedina penale la pesante accusa di pedofilia.