Coronavirus, 3 Regioni del Nord: niente scuola per alunni che rientrano da Cina | Presidi: "Attenersi a circolare"
Lettera al ministero della Sanità dei governatori di Veneto, Lombardia e Friuli e del presidente della provincia di Trento. Zaia: "Rispondiamo all'ansia dei genitori". L'Iss: "Misure in Italia sono tra le più ampie"
I governatori di Veneto, Lombardia, e Friuli Venezia Giulia e il presidente della provincia di Trento hanno scritto una lettera al ministero della Sanità chiedendo che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato non solo agli adulti, ma anche ai bambini. "Vogliamo solo dare una risposta all'ansia dei genitori, visto che la circolare non prevede misure in tal senso", afferma il presidente del Veneto, Luca Zaia.
Bolzano non ha firmato la lettera - Inizialmente sembrava che la richiesta fosse partita da 4 Regioni, incluso il il Trentino. Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano e presidente di turno della Regione Trentino-Alto Adige, Arno Kompatscher, però, non ha firmato la richiesta. Lo ha precisato lo staff del governatore smentendo le notizie iniziali. In Trentino-Alto Adige, infatti, la carica del presidente della Regione viene assegnata al presidente della provincia autonoma di Trento e al presidente della provincia autonoma di Bolzano a rotazione ed essendo questo il turno di quest'ultimo, è stato lui a esprimersi in merito alla vicenda. E' stato invece Massimo Fugatti, presidente della provincia autonoma di Trento, a firmare il documento.
La richiesta: "14 giorni prima del rientro a scuola" Nella lettera si chiede di integrare la circolare del dicastero sulle misure per gli studenti "prevedendo un ulteriore elemento di tutela verso i bambini che frequentano i servizi educativi per l'infanzia e gli studenti soggetti ad obbligo scolastico, prevedendo, in via del tutto precauzionale, un periodo di 14 giorni prima del rientro a scuola da parte degli studenti, di qualsiasi nazionalità, italiani compresi, giunti in Italia dalle aree affette della Cina".
Le polemiche - Una richiesta che ha già sollevato polemiche. A partire dalla presa di posizione di Marco Di Maio, deputato di Italia Viva, che considera "ripugnante che si facciano speculazioni politiche sfruttando le legittime preoccupazioni delle persone". Il parlamentare sottolinea quindi che "chi ha ruoli istituzionali dovrebbe contribuire, più di tutti gli altri, ad abbassare il livello d'allarme e non ad alzarlo fino a questi livelli di discriminazione".
I presidi: "Attenersi alla circolare ministeriale" "Credo che sia corretto attenersi alla circolare del ministero della Salute perché frutto di considerazioni di natura scientifica. Se qualcuno ha da proporre altri argomenti scientifici lo faccia, pure così se ne potrà dibattere pubblicamente. D'altronde, il livello scientifico delle nostre strutture sanitarie e di ricerca è molto alto, come dimostra il tempestivo isolamento del coronavirus presso lo Spallanzani, e merita rispetto e fiducia nell'interesse della nazione". E' quanto comunica l'Associazione nazionale presidi.
Iss: "Misure anti-coronavirus tutelano la salute dei bambini" Le misure adottate in Italia contro il coronavirus "tutelano la salute dei bambini e della popolazione". Lo assicura l'Istituto superiore di sanità. "Le misure adottate per le popolazioni scolastiche - spiega l'Iss - sono quelle necessarie a tutelare la salute della popolazione. Ciò anche in considerazione della forte capacità e preparazione dei professionisti dei dipartimenti di prevenzione e di tutto il nostro Sistema sanitario nazionale. Al momento l'Italia è tra i Paesi che hanno adottato le misure più ampie e articolate per il controllo della diffusione dell'infezione nell'intera popolazione e altri Paesi europei non hanno adottato misure specifiche per la popolazione scolastica".