Al processo contro Weinstein inquietanti rivelazioni: "Prima di stuprare una aspirante attrice si iniettò un farmaco ad azione rapida contro l'impotenza"
Per la procura di New York l'ex produttore e un "predatore sessuale e stupratore"
Due anni dopo lo scandalo che ne ha travolto la carriera il processo contro Harvey Weinstein è entrato in questi giorni nel vivo. E dalla rappresentante della procura di New York arrivano nuove inquietanti rivelazioni: "Sette anni fa, prima di stuprare una aspirante attrice in un hotel di Manhattan, Weinstein si iniettò un farmaco ad azione rapida contro l'impotenza".
L'episodio sarebbe avvenuto dopo circa un mese che l'ex produttore, allora 61enne, frequentava la donna, conosciuta a una festa a Los Angeles, ha detto la procuratrice Meghan Hast, secondo cui, via via che passava il tempo, l'ex capo di Miramax "diventava sempre più esigente e violento", fino all'incidente del 18 maggio 2013 al Double Tree Hotel di Midtown quando "decise che voleva di più e se lo prese a forza".
Weinstein, secondo il resoconto della procura, entrò nella stanza pretendendo che lei si spogliasse. Al suo rifiuto, divenne più rumoroso e aggressivo, le saltò addosso, levandole a forza i vestiti. Le ordinò di andare a letto, andò in bagno e di ritorno le salì sopra e la violentò". Dopo lo stupro, disgustata e sotto shock, la donna corse in bagno e trovò nel cestino una siringa: l'involucro scartato era quello di un farmaco contro il deficit di erezione.
E' primo processo dell'epoca di #MeToo e il secondo, dopo quello contro Bill Cosby, che potrebbe vedere un titano dell'entertainment finire in galera per il resto dei suoi giorni per molestie sessuali e stupri. E le condizioni perchè questo avvenga ci sono tutte.
Sono infatti oltre 80 le donne che lo accusano e la procura ha definito l'ex produttore "predatore sessuale e stupratore". Gli avvocati di Weinstein hanno contrattaccato parlando delle "decine e decine e decine" di "affettuose email" scambiate con l'ex boss di Miramax con le "donne che verranno in aula ad accusarlo".
"Contrapponiamo alle loro accuse le loro stesse parole, prima e dopo quello che secondo loro è stato violenza", ha detto Damon Cheronis, uno dei legali di Weinstein.
Oltre alle due donne le cui accuse sono al centro del processo - l'ex assistente alla produzione Mimi Haley che lo accusa di averla forzata a fare sesso orale nel luglio 2006, e Jessica Mann, allora giovane aspirante attrice, che afferma di esser stata stuprata in un hotel di New York nel 2013 e che finora aveva chiesto di restare anonima - la parte civile conta di far deporre almeno altre tre donne protagoniste di tre incidenti: nel 2004 a Midtown Manhattan, a Soho la successiva primavera e in un hotel di Beverly Hills nel 2013.
"Per anni queste donne hanno interiorizzato il trauma, la paura della violenza", ha detto la rappresentante della procura, Meghan Hast. La strategia, come nel processo Cosby, mira a scavare nel passato di "predatore" dell'imputato: le accuse non devono esser provate oltre ogni ragionevole dubbio ne' devono
essere collegate direttamente con il processo, ma possono aiutare a respingere la tesi della difesa che tutti gli incontri sessuali furono consensuali.
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